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 Scrivere qualche riga, anche solo una semplice e modesta recensione come questa, su un libro di poesie è quasi un assurdo. Quando la poesia giunge al cuore, ogni parola ulteriore su di essa cessa di esistere per dare spazio, luce ed emozioni solo al poeta.

 

  E ci sono tutte, le parole, in questo testo: non una di più e non una di meno.

 

  Leggere le poesie della Maestri è come ascoltare Wolfgang Amadeus Mozart, che inserisce, proprio nel momento e nel modo giusto, quella precisa nota, associata a quel altrettanto preciso ritmo e figurazione musicale. Grazie a queste note, che sono parole e suggestioni metaforiche, si scende "ad inferas", nell'interno di noi stessi, per non fuggire, una volta per tutte e mai più, da noi stessi.

 

  Sappiamo che il tema del "viaggio" è un archetipo, un modello semi-conscio di riferimento antropologico che abbiamo sviluppato forse dalla notte dei tempi e che attira sempre sempre la nostra attenzione, ma sappiamo anche difenderci dai quei viaggi essenziali, che mettono a nudo lo scheletro interiore che ci sorregge. Si tratta dunque di iniziare un viaggio ad inferas, non nell'inferno però, ma nella verità essenziale (e che così brucia) che vive in noi, e sempre meno all'oscuro, man mano che cresciamo.

 

  Le bugie, quelle vere perché le più grosse, possiamo dirle solo quando siamo giovani, perché quando siamo soggetti ad un normale sviluppo della nostra psiche, arrivati ad un certo punto di questo nostro strano esistere in vita, non abbiamo più bisogno di maschere, orpelli, pizzi e merletti. Tutto quello che ci attira da giovani, perché dobbiamo apparire per quello che gli altri hanno deciso di noi, non conta più, svanisce come la nebbia mattutina che annuncia la giornata di sole.

 

  Allora, cosa facciamo con questi giovani? Li facciamo consumare in questo stato di cose effimere eppure seducenti, oppure affrontiamo con loro il problema dell'anima, di ciò che si muove nell'inferno della verità, quella nascosta e presente con costanza e determinazione vitale?

 

  Bene, è Simonetta Sandra Maestri che risponde, con le sue poesie di persona cresciuta, che ha ascoltato il silenzio della propria solitudine, diventandone quasi la migliore amica possibile. E' lei che ci consiglia oggi la poesia per i giovani, incontrando nella lettura del suo testo "Ascòltati", un'implosione di attenzione umana; nel "Significato della vita", dove ci si culla viaggiando nelle antiche domande del mondo, svelando in noi l'intima connessione con una coscienza cosmica, come se le due cose (noi e il mondo) non fossero, in fondo, separate.

 

  Il tutto, tutto il testo, è scritto di vera-mente, cioè attraversato dalle ineludibili verità di ogni individuo che abbia imparato a non fuggire da se stesso, dai propri limiti che sono in fondo le proprie domande senza risposta ancora.

 

 E "Il nulla" ci sfugge, anche quando ci fa compagnia in qualche momento della nostra inettitudine alla vita. Ma, in fondo, ci ricorda Simonetta Sandra Maestri che l'unica cosa che possiamo davvero avvertire è la vita stessa, nel suo scorrere e sentire.

 

  Un grazie autentico a Simonetta, perché ci ha regalato la sua anima, come un cristallo di tempo nel quale ognuno di noi, solo se coraggioso e temerario, potrà avidamente rispecchiarsi.


  E non solo una sola volta, potremo farlo... perché le poesie si leggono, si rileggono e poi ancora si tengono accanto al comodino, per poter dormire la notte che viene.

RECENSIONE DEL PROF. ALESSANDRO BERTIROTTI

scrittore e ricercatore italiano di Antropologia e Scienze Cognitive

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